Vuoi scoprire i monumenti romani della città di Aosta in compagnia del tuo fedele Amico a 4 zampe?
Allora leggi questo articolo in cui Ti sveleremo un tour a cielo aperto, nel centro di Aosta, che Ti permetterà di scoprire numerose testimonianze del glorioso periodo romano, IN COMPAGNIA del tuo amato compagno di vita.
L’itinerario è percorribile da chiunque (giovani, bambini, famiglie, anziani, persone diversamente abili) e da qualunque cane (pigro o super attivo) visto che si sviluppa su una comoda pianeggiante strada pedonale cittadina.
Le tappe del nostro interessante itinerario sono: il Ponte di pietra, l’Arco di Augusto, la Porta Pretoria, il Teatro romano, il Criptoportico e le Mura romane.
Vogliamo darti molto di più di un valido itinerario di viaggio; infatti ecco raccolti alcuni cenni storici, sui diversi monumenti, che ti saranno utili per apprezzare al meglio ciò che vedrai.
I monumenti
Ponte di Pietra
Il ponte di pietra fu costruito nel 24 A.C. per attraversare il torrente Buthier con un arco unico a sesto ribassato di grossi conci in pietra che, con un’unica campata, superano una luce di 17 metri, con una larghezza di circa 6 metri [Wikipedia.org].
La volta del ponte, costituita da grossi conci di cunei, mostra un contorno piuttosto piatto per le costruzioni romane (rapporto ampiezza-altezza 3 a 1).
Il rivestimento esterno fu edificato con puddinga e riempito nel rinfianco dell’arco con opera cementizia romana di alta qualità.
Nel corso dei secoli, alcune alluvioni lo interrarono progressivamente finché nel XI secolo, a causa di una violenta inondazione, il torrente Buthier spostò il suo alveo alcune decine di metri più ad ovest, nei pressi dell’Arco d’Augusto dove scorre ancora oggi.
L’arco di Augusto
L’arco d’Augusto rappresenta il simbolo della città di Aosta e fu eretto nel 25 a.C., epoca della fondazione della città, in onore dell’imperatore Augusto a lode della di lui vittoria sul popolo locale, i Salassi, ad opera di Aulo Terenzio Varrone Murena [Wikipedia.org].
Costruito in blocchi di puddinga in stile dorico e corinzio si trova in asse con il Decumano Maximus, poco distante dalla porta di accesso alla città, ossia Porta Pretoria.
L’arco presenta un solo fornice di 11,40 metri di altezza sotto la chiave di volta con volta a botte, costituita da un’estensione in lunghezza di un arco a tutto sesto.
Nel medioevo venne denominato Saint Vout (dal francese Volto Santo) da un’immagine del Salvatore ivi collocata. Il monumento fu, nei secoli, meta di processioni per l’intercessione o per ringraziare lo scongiurato pericolo in occasione delle frequenti esondazioni del torrente Buthier.
La Porta Pretoria
La Porta Pretoria , costruita sul Decumano Massimo, costituiva la prima porta d’accesso alla città di Augusta Praetoria ed era dotata di due arcate parallele, distanti tra loro 12 metri e ogni arcata aveva 3 passaggi, uno centrale per i carri e due laterali per i pedoni.
Nell’arcata centrale esterna è ancora visibile la sede dell’antica saracinesca che veniva calata durante la notte.
Nella facciata orientale sono visibili alcune delle lastre di marmo che rivestivano l’intero monumento[www.lovevda.it].
Ai lati sono visibili i resti delle mura romane risalenti al 25 a.C. il cui perimetro è quasi perfettamente conservato.
Nella cinta muraria, dove a intervalli regolari erano state costruite 20 torri, si aprivano 4 porte: la “Porta Praetoria” ad est, la “Porta Decumana” ad ovest, i cui resti sono visibili presso la biblioteca regionale, la “Porta Principalis Dextera” a sud e quella “Sinistra” a nord, della quale rimangono ampie tracce negli scavi del Museo archeologico.
Teatro Romano
Il teatro Romano presenta la facciata meridionale rettilinea alta 22 metri.
La sua maestosità è scandita da una serie di contrafforti e di arcate ed è alleggerita da tre ordini sovrapposti di finestre di varia forma e dimensione [brochure dei beni culturali regione VDA teatro romano].
La muratura è caratterizzata dall’utilizzo di grandi blocchi parallelepipedi di puddinga e da blocchi di calcare locale.
Questo suggestivo prospetto era lungo più di 64 metri. Il lato orientale e quello occidentale, invece, erano lunghi circa 38 metri.
Ben riconoscibile è la cavea, la struttura a semicerchio destinata ad accogliere il pubblico.
Di questa restano visibili solo gli ultimi 6 gradini, oltre ai due, più bassi e larghi, che ospitavano i seggi delle personalità di maggior rilievo.
Di fronte alla cavea si ergeva l’edificio scenico di cui rimangono le sole fondamenta.
Piccoli locali retrostanti ospitavano i camerini per gli attori, mentre ai lati del palcoscenico si trovavano i depositi per le attrezzature.
L’intera struttura era poi completata da porticati che si addossavano al muro perimetrale sui lati corti.
La costruzione del Teatro non fu contemporanea alla fondazione della città, ma piuttosto collocabile in una fase posteriore di qualche decennio, in epoca Giulio – Claudia, in quanto nell’area sono venuti alla luce i resti di costruzioni preesistenti [6]. Si è calcolato che il Teatro potesse contenere tre o quattromila spettatori.
Alcuni studiosi ritengono che il teatro fosse dotato di copertura fissa. [www.lovevda.it].
L’accesso al teatro è consentito al nostro amico a 4 zampe purché tenuto al guinzaglio.
Criptoportico Forense
Il Criptoportico forense era una monumentale costruzione che delimitava un’area sacra destinata al culto della città.
Vi si accede dal giardino che si apre sulla piazza Giovanni XXIII (piazza della Cattedrale) e si tratta di un edificio seminterrato, illuminato da una serie di finestre a bocca di lupo.
La costruzione si sviluppa a ferro di cavallo quadrangolare ed è costituita da due gallerie parallele con volte a botte [brochure dei beni culturali regione VDA Criptoportico forense], sostenute da robusti pilastri in blocchi di travertino finemente intonacato.
Il criptoportico è datato all’età augustea: suo scopo principale era di costituire una struttura di contenimento e di regolarizzazione del terreno che in quella zona della città era in leggera pendenza da nord a sud e creava un dislivello tra l’area sacra e l’adiacente platea forense.
Il porticato che lo sovrastava fungeva da scenografica cornice a due templi affiancati che sorgevano su di un unico podio, cui si accedeva da una scalinata antistante.
Si può osservare il lato lungo orientale del Tempio est, che oggi si trova sotto l’Arcidiaconato. Il Criptoportico era dunque un passaggio coperto che racchiudeva al centro gli edifici sacri.
Le sue gallerie rappresentavano un prolungamento del porticato del Foro, che aveva la funzione di proteggere da pioggia e neve.
Un cambio di destinazione avvenne attorno al III-IV secolo, quando i suoi spazi vennero probabilmente utilizzati come magazzino di merci. [brochure dei beni culturali regione VDA Criptoportico forense].
Il Criptoportico può essere visitato con cani di piccola taglia tenuti in braccio o riposti nell’apposito trasportino. In nessun modo l’animale può deambulare all’interno del sito, a salvaguardia degli altri visitatori e a tutela del bene culturale.
I cani di media e grossa taglia, tenuti al guinzaglio, possono accedere solamente alle aree esterne.
Le Mura romane
La cinta muraria di Augusta Praetoria formava un rettangolo di 724 metri per 572 metri ed era costituita da uno strato interno di ciottoli fluviali in malta e da uno strato esterno di blocchi di travertino. [www.lovevda.it giro delle mura romane e delle torri medievali]. Sull’ intera cinta muraria, erano state edificate 20 torri, due per ogni porta, quattro angolari, più altre otto.
Considerato il loro numero, la forte sporgenza verso l’esterno ed il risalto dato da un doppio ordine di finestrelle arcuate poste su tutti e quattro i lati, si ipotizza che la loro funzione fosse anche quella di fungere da elemento decorativo: la cinta muraria infatti, non era costruita a solo scopo difensivo, ma anche con l’intento di creare una delimitazione monumentale urbana.
Nei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano, Aosta conobbe una fase di abbandono.
Soltanto nel medioevo gli abitanti tornarono a edificare le proprie abitazioni appoggiandole alle mura.
Molti bastioni furono adattati a dimora feudale; alcune torri furono sopraelevate e trasformate, utilizzando il paramento esterno delle mura in gran parte asportato [www.lovevda.it giro delle mura romane e delle torri medievali].
Le sole torri che ancor oggi conservano l’aspetto originario sono quelle del Lebbroso (non visitabile) e del Paielleron (non visitabile). A nord ovest della città si trovano la Tour Neuve (non visitabile) e la torre dei Balivi (ospita il Conservatorio musicale della VDA); presso il Teatro romano incontriamo la Tour de Fromage (visitabile durante determinati eventi), la torre dei Sancti Ursi (non visitabile) e a sud la Torre di Bramafam (non visitabile).
Ti è piaciuto questo articolo alla scoperta della città di Aosta in compagnia del tuo cane?
Ora basta immaginare, devi venire a camminare nel cuore della città di Aosta portando con te il tuo fedele amico.
Ti aspettiamo!