Il Castello di Fénis rappresenta una delle testimonianze medievali più visitate dell’intera Valle d’Aosta e una delle attrazioni turistiche meglio conservate in Italia.

La suggestiva fortezza è situata nell’omonimo comune a pochi chilometri da Aosta.

A differenza dei manieri valdostani, il castello di Fénis, nato probabilmente come prestigiosa sede amministrativa della famiglia Challant-Fénis, non si trova arroccato su di un promontorio roccioso, ma si erge in una zona priva di difese naturali e presenta una scenografica doppia cinta muraria.

Cenni storici

Il maniero fu costruito probabilmente nei primi anni del XIII secolo dal visconte Gotofredo II di Challant, come viene menzionato nel documento storico del 1242 nel quale un castrum Fenitii (castello) viene attribuito alla potente famiglia valdostana degli Challant.

L’aspetto attuale del castello è riconducibile a numerose trasformazioni apportate dai diversi proprietari nel corso dei secoli, ma soprattutto ai lavori eseguiti tra il 1320 e il 1420 da Aimone di Challant.

Nel 1242 il castello era probabilmente costituito da una cinta muraria con la torre colombaia sul lato sud, la torre quadrata e un corpo abitativo centrale.

Il potente signore, ricevuto il maniero in eredità nel 1337 dal nonno Ebalo Magno, decise di apportare migliorie al preesistente corpo centrale edificando un nuovo corpo abitativo di forma pentagonale.

Successive migliorie vennero apportate, nel 1392, da Bonifacio I di Challant dopo che ebbe ereditato, nel 1387, il castello dal padre Aimone. Gli interventi riguardarono il corpo centrale, in cui venne costruito un nuovo piano nel sottotetto e la costruzione di un corpo di fabbrica a ovest. L’aspetto attuale del cortile, con due piani di ballatoi in legno e il grande scalone in pietra semicircolare, sono il frutto di questo periodo storico.

Nei secoli successivi fino al 1705, non vennero apportate modifiche strutturali al complesso monumentale, ad eccezione di alcuni affreschi commissionati al pittore Giacomino da Ivrea da Bonifacio II figlio di Bonifacio I.

Nel 1705, con la morte di Antonio Gaspare Felice, ultimo esponente della potente famiglia valdostana degli Challant-Fénis, il castello fu venduto, per sanare ingenti debiti, dal diretto successore il cugino Giorgio Francesco di Chatillon al conte Baldassarre Saluzzo di Paesana.

Dopo tale data e fino alla fine del XIX secolo, il castello passò di proprietà in proprietà rimanendo in uno stato di abbandono, venendo spogliato di ogni mobilio e divenendo casa colonica, fienile e ricovero per animali.

Il 3 settembre 1895 Giuseppe Rosset, console italiano di Odessa e figlio di Michele Baldassarre, cedette per 15000 lire il maniero allo Stato italiano per mano di Alfredo d’Andrade.

Nel 1898 Alfredo d’Andrade diede inizio a una prima campagna di conservazione e messa in sicurezza dei solai, dei serramenti, dei tetti e costruì una nuova strada ad est.

Nel 1935 a cura del Ministro dell’Educazione Nazionale Cesare Maria De Vecchi, iniziò una campagna volta ad accentuare l’aspetto medievale del castello, perdendo in parte la struttura originale.

Il castello divenne un museo dell’ammobiliamento valdostano benché non fossero presenti tutti mobili locali.

Attualmente il castello è di proprietà della Regione Valle d’Aosta ed è visitabile tramite visite guidate.

Cenni sull’architettura del castello

In questo paragrafo verranno fatti alcuni cenni in merito ai diversi locali del castello, indicando solamente alcune peculiarità delle innumerevoli fattezze che arricchiscono il complesso monumentale.

Cinta muraria

La doppia cinta muraria merlata presenta una serie di torrette collegate tra loro mediante un cammino di ronda. Il muro a nord è dotato di quattro torrette circolari, divenute cinque in seguito ai restauri degli anni ‘30. L’accesso attuale alla struttura, realizzato negli anni ’30, avviene tramite un portale che si apre nelle mura del lato a sud, mentre l’ingresso originario si trovava probabilmente nei pressi della torre quadrata sul lato ovest.

Cortile

Il piccolo cortile quadrato, realizzato da Bonifacio I tra la fine del XIV e del XV secolo, è il centro del corpo abitativo.

Esso si compone di:

  • il caratteristico scalone semicircolare in pietra alla cui sommità spicca un affresco di San Giorgio che uccide il drago, realizzato nel 1415 da Giacomo Jaquerio;
  • numerosi affreschi in stile gotico internazionale realizzati da Giacomino da Ivrea,
  • due balconate in legno a salvaguardia del primo e secondo piano.

Corpo centrale

Il corpo centrale si articola in quattro livelli:

  • il seminterrato adibito a cantine e prigioni;
  • il piano terra destinato alla guarnigione del castello e ai locali di servizio;
  • il piano primo riservato ai signori del castello comprensivo delle stanze dei signori, della cucina, del tribunale e della cappella;
  • il secondo piano destinato alla servitù e agli ospiti del maniero.

Al piano terra é possibile ammirare la sala d’armi ove spicca una rastrelliera per picche, un originario camino in pietra addossato alla parete di fondo e un soffitto ligneo rifatto nei lavori di restauro del XX secolo.

Sempre al piano terra è possibile visitare la sala da pranzo così chiamata in seguito all’allestimento del 1936, anche se l’inventario del 1551 la definisce “chambre basse” e la cucina principale del castello riconoscibile dal grande camino utilizzato probabilmente sia per la cottura delle vivande che come fonte di riscaldamento per le stanze dei piani superiori.

Al primo piano del maniero sono collocate le stanze private, gli ambienti di rappresentanza, la cappella e un acquaio (una piccola cucina) attualmente arredata con una serie di sedie, sedili e una coppia di panconi ottocenteschi. All’interno della camera da letto, identificata come “chambre blanche” nell’inventario del 1551,  è possibile osservare il camino in pietra con dipinto lo stemma della famiglia Challant, un letto a baldacchino con colonne tortili e una serie di cassoni intarsiati.

Sempre al primo piano è possibile apprezzare la “chambre des tolles” e “le cabinet de la chambre des tolles” in cui sono alloggiati alcuni cassoni a doppia facciata, una cassapanca ottocentesca, un letto e un cassone del XVI secolo e la sala del tribunale (poelle).

Il primo piano ospita altresì la suggestiva cappella “salle de la chapelle”, affrescata con numerosi dipinti a tema religioso risalenti al 1415 circa, in cui spicca il dipinto della Madonna della Misericordia riconducile alla scuola del maestro Giacomo Jaquerio.

Il secondo piano, non visitabile con le visite guidate, ospita gli alloggi dei soldati, della servitù e alle camere per gli ospiti.

La leggenda del castello

Il castello di Fénis è avvolto da un alone di mistero legato alla presenza di un pacifico fantasma.

Numerosi turisti hanno avvistato il fantasma non violento di un bambino che si limita a spostare oggetti all’interno delle cucine. Secondo la leggenda, la salma del bambino imbalsamato, che si aggira all’interno delle mura fortificate, sarebbe il figliastro di una donna, sposata in seconde nozze dal padrone del maniero, che, per garantire l’eredità al proprio figlio, avrebbe ucciso il figliastro.

Informazioni turistiche

Il castello si trova a 3 chilometri (5 minuti di macchina) dal casello di Nus sull’autostrada A5 Torino-Monte Bianco.

Riportiamo il link di riferimento per recuperare informazioni più dettagliate inerenti i periodi, gli orari e i costi per l’accesso al castello, nonché il riferimento per l’acquisto online dei ticket di ingresso. (https://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/castelli-e-torri/fenis/castello-di-fenis/979).

Certo di averti incuriosito, ti riportiamo un ulteriore link per effettuare un tour virtuale del castello, in attesa che tu giunga a Fénis. (https://www.youtube.com/watch?v=LEn0VfrYZ2c)

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