In Valle d’Aosta, la MAGIA del NATALE è ritornare BAMBINI!

Canti popolari, suggestive fiabe e coinvolgenti leggende valdostane, che papà e mamma ci raccontavano seduti davanti al camino, rendono magico ogni Natale.

Regala a te e alla tua famiglia il PRIVILEGIO di ritornare BAMBINO con le antiche leggende valdostane.

…… è bene tornar bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale, allorché il suo onnipotente fondatore era egli stesso un bambino

(Charles Dickens).

Scopriamo due antiche leggende!

La leggenda del Derbè di Cogne

Un tempo lontano a Crétaz e nel bosco incantato di Valnontey, suggestive località montane della rinomata Valle di Cogne, si era soliti incontrare, durante le fredde notti invernali, uno strano derbè (l’abete fronzuto).

L’albero, apparentemente identico ad altri, era privo di radici con conseguente facilità di movimento che gli permettevano di seguire e ascoltare pettegolezzi e segreti dei passanti.

Inoltre, l’abete era molto curioso tanto da giungere spesso sino all’osteria di Cogne, alle porte del paese, dove i viandanti sostavano per rifocillarsi.

Una notte, qualcuno si sentì infastidito dell’assidua strana presenza e decise, armato di fucile, di liberarsi di costui sparandogli alcuni colpi.

Il derbè ferito si ritrasse e mai più apparve.

Il giorno seguente, un evento strano colpì i cogneins (abitanti di Cogne nel dialetto locale patois); coloro che si recarono a casa del parroco, lo trovarono a letto con una gamba fasciata.

Nessuno riuscì mai ad estorcere al prelato come ebbe modo di ferirsi.

Forse è per questo che gli abitanti di Cogne, ogni anno a Natale, preparano a festa, nella piazza principale del paese, un meraviglioso abete addobbato con ghirlande e luci colorate.

 

Il pane di Natale di Ayas

Nella valle di Ayas, una valle laterale della Valle d’Aosta, in una sera lontana della vigilia di Natale, le campane risuonavano a festa.

Tutti i fedeli del paese e delle frazioni limitrofe uscivano da casa per radunarsi nella chiesa di Ayas.

Tra la moltitudine di persone gioiose vi era Rosa, una giovane che, sbrigate le faccende domestiche, decise di dirigersi anch’essa dalla frazione di Magnéaz verso l’accogliente centro del paese.

La fanciulla, religiosa e dalla forte tempra, per giungere in tempo alla funzione ecclesiastica, preferì seguire la poco frequentata scorciatoia che passava nei pressi del mulino abbandonato, teatro di leggende di streghe, diavoli e fantasmi.

Durante il tragitto Rosa si mise a recitare qualche preghiera per le anime purganti.

Tutto ad un tratto, innanzi a lei, apparve un enorme serpente che le sbarrò bruscamente il sentiero.

La fanciulla, con voce ferma e decisa, esclamò “se sei dalla parte di Dio, anima in pena, parla: poi fatti da parte ch’io passi”.

Il serpente le rispose dicendo: “cerco la pace, Rosa, abbi pietà di me”.

Rosa replicò “dimmi dunque come posso aiutarti a raggiungere la pace”.

L’altro aggiunse: “quando in chiesa distribuiranno il pane benedetto, conservane un pezzo per me affinché, al ritorno verso casa, tu possa porgermelo e io nutrirmi, visto che in vita lo sprecai.”

E poi aggiunse: “per tale gesto sarai ricompensata”.

Rosa prese a cuore la richiesta, senza nulla voler in cambio, e proseguì velocemente verso la parrocchia.

Durante la funzione fu distribuito il pane e Rosa, come da accordo, serbò un pezzo per il serpente.

Giunta nei pressi del vecchio mulino ella gettò nella bocca del serpente il pezzetto di pane promesso.

Accadde il miracolo!

Il rettile si trasformò in una bianca colomba spiccando il volo in cielo.

Erano le sembianze in cui l’anima espiava la propria pena.

Rosa rientrò contenta a casa, trascorse un Natale felice e, negli anni a seguire, constatò che la ricompensa promessa consisteva in una vita in salute, gioia, un marito fedele e una robusta prole.

 

“In ogni leggenda c’è sempre un pizzico di verità” (Kelly Macdonald – Merida)

Una suggestiva leggenda, un’avvolgente fiaba e un racconto fantastico, sono gli ingredienti indispensabili per ritornare a dire oh!

Una famosa canzone diceva: “quando i bambini fanno oh, che Meraviglia, che meraviglia” (Povia)

Continua a dire oh! GUSTANDO il tradizionale Menù Natalizio della Valle d’Aosta.

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